progetto-di-una-chiesa-ortodossa-per-la-comunita-romena-di-milano / Eduart SEMBUKUTTIGE DE SILVA
Progettista capogruppo | Eduart SEMBUKUTTIGE DE SILVA | |
Location | Assago-Milanofiori Nord | |
Ulteriori partecipanti | ||
Relatore | Prof. Carlo Berizzi | |
Co-Relatori | ||
Università | Università di Pavia | |
Facoltà | Facoltà di Ingegneria | |
Nazione Università | Italia | |
Descrizione del progetto
Negli eleborati proposti è illustrato il progetto di una chiesa ortodossa con un centro culturale e spirituale per la comunità romena di Milano.
Il complesso religioso consiste in un alto basamento in cemento armato, con una terrazza su cui poggia la chiesa stessa, nel quale sono inglobati un auditorium sotto alla chiesa, delle gallerie espositive, una casa parrocchiale e dei parcheggi coperti che integrano quelli già esistenti delle strutture circostanti, con un particolare sistema di collegamenti verticali formati da rampe integrate in imponenti scalinate con carattere monumentale.
Lo spazio liturgico della chiesa, con una superficie di circa 1400mq, riprende lo schema delle chiese a pianta centrale rinascimentali ed è composto dal naos, in cui si raduna l’assemblea di fedeli nella parte centrale dell’edificio, attorniato dall’altare a est, dalla zona della prothesis (offertorio) adiacente all’altare a nord, dal diaconicon (sagrestia) adiacente all’altare a sud, dai due cori settentrionale e meridionale, e dall’ingresso principale sul lato occidentale, con due spazi di pertinenza adiacenti (pronao), in cui possono trovare una sistemazione i reliquiari.
L’altare, leggermente sopraelevato rispetto agli altri spazi della chiesa, è collegato al naos nel cuore dell’edificio attraverso le due porte diaconali (settentrionale e meridionale) e la Porta Santa in mezzo all’iconostasi, ovvero la parete che nasconde alla vista dei fedeli lo spazio più sacro dell’edificio, composta da una serie di icone raffiguranti in modo sintetico ma conciso tutta la storia della Chiesa e soprattutto il Sacramento dell’Eucaristia, che viene celebrato all’interno dell’altare durante la divina liturgia.
A completamento degli spazi esterni, oltre al verde pensile è stata proposta una replica del complesso scultoreo di Constantin Brâncuşi a Târgu Jiu, uno dei simboli più rappresentativi della Romania, attribuendo a ciascun elemento che lo compone una propria funzione simbolica e pratica.
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Visualizza l’animazioneconoscenza-conservazione-e-riqualificazione-del-santuario-di-san-francesco-di-paola-a-spezzano-della-sila-cs / Mariangela Guarascio
Progettista capogruppo | Mariangela Guarascio | |
Location | Spezzano della Sila (CS) | |
Ulteriori partecipanti | ||
Relatore | Prof.Ssa Brunella Canonaco | |
Co-Relatori | ||
Università | Università della Calabria | |
Facoltà | Ingegneria edile – Architettura | |
Nazione Università | Italia | |
Descrizione del progetto
Il percorso di tesi, finalizzato alla valorizzazione del complesso del Santuario di San Francesco di Paola a Spezzano della Sila (CS) in chiave turistica di sviluppo sostenibile, ha simulato le fasi metodologiche di analisi, conoscenza e approccio interdisciplinare della valorizzazione. Dal lavoro di tesi è emerso che grazie agli studi effettuati è stato possibile realizzare un progetto che ha permesso il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Tali obiettivi si ponevano come centro di realizzazione il voler fare emergere il Santuario di Spezzano della Sila (CS) come bene culturale architettonico di rilievo associato all’idea cultuale che questo già ricopre a livello regionale e nazionale. In seguito agli studi preliminari effettuati sulla storia del complesso, infatti, si è potuto pensare a quali aspetti far emergere in particolare per renderlo fruibile al meglio da un punto di vista turistico che ne elevasse la valenza architettonica. La base su cui si è costruito lo studio preliminare dell’elaborato di tesi è stata l’evoluzione storica e le fonti ad essa correlate. Lo studio storico del centro urbano e, soprattutto, del Santuario ha permesso di comprendere al meglio il lessico architettonico dell’edificio evidenziandone i vari sistemi costruttivi e i materiali utilizzati per la costruzione. Tale analisi storica è propedeutica alla fase di rilievo dell’intero complesso, la quale rappresenta una parte essenziale della progettazione.
Sono state poi effettuate tutte le analisi del degrado della parte del chiostro e proposti tutti gli interventi risolutivi con i vari trattamenti previsti per il restauro.
Superata questa fase sono stati previsti gli interventi volti alla valorizzazione del complesso religioso e fondamentali per la riprogettazione del cammino di San Francesco, vero oggetto della progettazione. Il progetto, infatti, ha voluto coniugare insieme gli aspetti legati alla storia e alla tradizione riportandoli in luce con valenza anche artistica e simbolica. Ciò è stato possibile grazie alla progettazione di un nuovo cammino che rende partecipe tutta la cittadina di Spezzano della Sila e anche i visitatori occasionali, rivalutandone anche il contesto urbano del centro storico oltre che l’area a ridosso del santuario stesso.
Lo scopo di tale progetto è stato quello di voler incentivare il turismo calabro legato sia alla religione che alle architetture e beni culturali tutti, presenti nella regione. Oltre all’aspetto prettamente visivo legato all’immagine si è tenuto conto anche di quello sociale e antropologico che mira ad inglobare sia gli abitanti che i turisti nel nuovo immaginario dato a tutto il complesso. Questo è stato possibile anche grazie alle attività culturali che sono state previste sia lungo il percorso che nell’area adiacente al complesso cultuale. Le attività riguardano ambiti artistici, teatrali e pratici, come le mostre temporanee, gli spettacoli teatrali e la coltivazione degli orti pubblici. Aspetti ampiamente trattati ed esplicati nei capitoli dedicati. In conclusione, sono stati rispettati gli obiettivi prefissati e concordati con i sei punti cardine iniziali: Turismo, Religione, Cultura, Pellegrinaggio, Intrattenimento, Territorialità. I concetti sono stati inglobati in ogni proposta progettuale.
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Visualizza l’animazionesearching-for-god-contemplative-complex-for-people-seeking-spiritual-answers / Kamil Lipski
Progettista capogruppo | Kamil Lipski | |
Location | Pisary, Poland | |
Ulteriori partecipanti | ||
Relatore | Jan Kubec, PhD Eng. | |
Co-Relatori | ||
Università | Silesian University of Technology | |
Facoltà | Faculty of Architecture | |
Nazione Università | Poland | |
Descrizione del progetto
In the era of a spiritual crisis and universal changes in the social, cultural and technological spheres, the need to search for God becomes even more difficult to implement. Relevant questions that concern the spiritual realm remain unanswered or never asked. The spaces in which we live and dwell on a daily basis also interfere with our ability to undertake spiritual reflections, focusing on its visual and material qualities, while giving up any higher-order values.
The project does not try to answer bothering questions of a philosophical and spiritual nature, but to allow a search for it, by placing the user in the context of time, silence and solitude. Architecture in this sense plays the role of an intermediary between the real and supernatural world, operating with the basic values that have been present in architecture for hundreds of years – light, mass, void, structure and order. Nature and landscape also play an important role in the project, as elements that bring joy and comfort, and enter into a both tense and harmonious relationship with the architecture.
The entire complex consists of a central part, referring to the archetype of the monastery, and twelve oratorios. The arrangement of the central part refers to the historical form of a closed structure based on the “claustrum” archetype, which was to radically cut off the inside from the outside. A slight breaking and opening of the structure alludes to the symbolic invitation of every person undertaking spiritual struggles. The key element of the complex are twelve oratorios scattered in the landscape, which enter into a tense relationship with nature, enabling a spiritual and physical journey through the entire spectrum of spiritual sensations and impressions, based on the experiences and thoughts of St. John of the Cross.
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Visualizza l’animazioneparish-church-in-lublin / Łukasz Wodyk
Progettista capogruppo | Łukasz Wodyk | |
Location | Lublin | |
Ulteriori partecipanti | ||
Relatore | dr hab. inż. arch. Agnieszka Duniewicz, prof. PB | |
Co-Relatori | ||
Università | Lublin University of Technology | |
Facoltà | Faculty of Civil Engineering and Architecture | |
Nazione Università | Poland | |
Descrizione del progetto
Since the 1980s there has been a noticeable crisis of sacred architecture in Poland manifested by overscaled churches, an unclear architectural form, disharmony in the materials used and putting the economic factor above the human one. In the northern part of Lublin a parish church may be built in the near future. In terms of the location, is there another way to think about sacred architecture?
The crisis of sacred architecture may be understood as a crisis of relationships, so in the process of design the idea of man’s relationship with God, with others and with the natural environment was taken as a criterion.
The diploma project comprising a temple, a parish house and a vicarage was located on an attractive natural site in the northern part of the city, in the vicinity of residential housing development. The temple has a form of multiple units of successively receding levels and increases its height gradually to be human in scale. The arcades are reinterpretation of traditional forms in architecture of wooden churches in Poland and express architectonic gesture of care and welcome. Tent-shape roof is reinterpretation form of biblical Tent of Meeting as a place of relationship with God. Various prayer and meditation spaces have been designed to express the dynamism of relation. The architecture of the parish house and the vicarage has been formed into two ‘arms’, which embrace the existing forest.
The way in which buildings are situated in the space has made it possible to preserve much of the existing, spontaneously forming greenery, including the protected trees, while the introduction of the ‘open wall’ has made it possible to create intimate sacred spaces in the form of urban rooms. The relationship of unity between designed buildings was expressed in the materials used. Handmade facade bricks and coloured concrete form the common ‘garment’ of the architectural ensemble.
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Visualizza l’animazioneorthodox-spiritual-center-in-milan / Dmitri Lisii
Progettista capogruppo | Dmitri Lisii | |
Location | Italy, Lombardy, Milan, Corso di Porta Ticinese | |
Ulteriori partecipanti | ||
Relatore | Giancarlo Floridi | |
Co-Relatori | ||
Università | Politecnico di Milano | |
Facoltà | Architecture-Built Environment-Interiors | |
Nazione Università | Italia | |
Descrizione del progetto
Milan is a city with a rich and ancient spiritual tradition. It occupies a special place in the history of Christianity. At the famous Milan Council in 313, Emperor Constantine announced a verdict on tolerance for Christianity, which put an end to the persecution of Christians and legalized freedom of religion in the Roman Empire – a common human right. This important role in the history of mankind was not limited to this, and later Milan was the epicenter of religious thought, spiritual life and arts. Its importance grew after the division of the two Christian traditions into Western and Eastern. Eastern rites in the ancient church developed very closely with each other, because there was always a relationship and communication between them. At the same time, the Western rites did not have a close connection with the Eastern rites and developed outside this great heritage of the Eastern Church. The Western Church of Milan was in a different position; in the second half of the fourth century, it became a link between the West and the East. His position as a liaison was mainly due to both the location of Milan and the personality of its bishop Ambrose. This determined the formation of a special spiritual and cultural tradition in Milan, which also expressed itself in architecture. The construction of San Lorenzo Maggiore is one of the brightest religious buildings of the Western Church, built as part of the school of Eastern Christianity. Being a divine artifact and probably built with the participation of St. Ambrose of Mediolan, it carries a worldview paradigm and a view of the order of the world order of the early Christian church. This closeness to New Testament events is so valued by representatives of Orthodox Christianity – as an expression of participation in the truth. This led to the choice of a site near the Basilica of San Lorenzo for the implementation of an Orthodox cultural and spiritual center.
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Progettista capogruppo | Mauro Serafin | |
Location | Giavera del Montello (TV) | |
Ulteriori partecipanti | Francesco Da Ros | |
Relatore | Arch. Pierantonio Val | |
Co-Relatori | Prof. liturgista don Mirco Miotto | |
Università | IUAV di Venezia | |
Facoltà | ARCHITETTURA E CULTURE DEL PROGETTO (LM-4 – Classe delle lauree magistrali in Architettura e ingegneria edile-architettura D.M. 270/2004) | |
Nazione Università | Italia | |
Descrizione del progetto
La tesi affronta la delicata questione del Tempio Regina Pacis a Giavera del Montello, un edificio che rappresenta una testimonianza tardiva della Prima Guerra Mondiale. Attualmente, la chiesa è in uno stato di degrado a causa della carbonatazione del cemento armato delle sue pareti inclinate nell’aula superiore, rendendola inagibile ad eccezione della cripta.
Nonostante il valore storico e spirituale del Tempio Regina Pacis per la comunità locale, nel 2020 l’amministrazione ha deliberato la sua demolizione, portando la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) a intraprendere un dialogo formale con la comunità per indire un concorso di progettazione per una nuova chiesa.
La tesi affronta in modo critico tale decisione, proponendo il mantenimento della cripta come elemento centrale del nuovo progetto.
La nuova chiesa si sviluppa sopra e attorno alla cripta, diventando sia il fondamento della figura architettonica e degli spazi, sia il segno tangibile del radicamento della memoria storica della comunità. Il recupero della parte originaria diventa l’elemento chiave del principio insediativo, che dialoga e considera il contesto urbano circostante.
La rigenerazione della parte originaria è l’elemento cardine del principio insediativo anche in rapporto al contesto urbano. Al suo intorno, si dispongono alcuni dispositivi spaziali dialoganti: il porticato che ordina gli accessi, il nuovo sagrato, il campanile e la corte con il volume che raccoglie le opere parrocchiali. Lo stesso avviene all’interno, nella definizione degli spazi liturgici.
Modificazione, relazione e distanza, principio insediativo e strategia costruttiva, sono le parole chiave che guidano il pensiero del progetto.
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