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la-pietra-scartata-e-diventata-testata-dangolo-mc-1210-chiesa-regina-della-pace-di-giavera-del-montello / Mauro Serafin

Progettista capogruppo Mauro Serafin
Location Giavera del Montello (TV)
Ulteriori partecipanti Francesco Da Ros

Relatore Arch. Pierantonio Val
Co-Relatori Prof. liturgista don Mirco Miotto
Università IUAV di Venezia
Facoltà ARCHITETTURA E CULTURE DEL PROGETTO (LM-4 – Classe delle lauree magistrali in Architettura e ingegneria edile-architettura D.M. 270/2004)
Nazione Università Italia

Descrizione del progetto

La tesi affronta la delicata questione del Tempio Regina Pacis a Giavera del Montello, un edificio che rappresenta una testimonianza tardiva della Prima Guerra Mondiale. Attualmente, la chiesa è in uno stato di degrado a causa della carbonatazione del cemento armato delle sue pareti inclinate nell’aula superiore, rendendola inagibile ad eccezione della cripta.
Nonostante il valore storico e spirituale del Tempio Regina Pacis per la comunità locale, nel 2020 l’amministrazione ha deliberato la sua demolizione, portando la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) a intraprendere un dialogo formale con la comunità per indire un concorso di progettazione per una nuova chiesa.
La tesi affronta in modo critico tale decisione, proponendo il mantenimento della cripta come elemento centrale del nuovo progetto.
La nuova chiesa si sviluppa sopra e attorno alla cripta, diventando sia il fondamento della figura architettonica e degli spazi, sia il segno tangibile del radicamento della memoria storica della comunità. Il recupero della parte originaria diventa l’elemento chiave del principio insediativo, che dialoga e considera il contesto urbano circostante.
La rigenerazione della parte originaria è l’elemento cardine del principio insediativo anche in rapporto al contesto urbano. Al suo intorno, si dispongono alcuni dispositivi spaziali dialoganti: il porticato che ordina gli accessi, il nuovo sagrato, il campanile e la corte con il volume che raccoglie le opere parrocchiali. Lo stesso avviene all’interno, nella definizione degli spazi liturgici.
Modificazione, relazione e distanza, principio insediativo e strategia costruttiva, sono le parole chiave che guidano il pensiero del progetto.

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conoscenza-conservazione-e-riqualificazione-del-santuario-di-san-francesco-di-paola-a-spezzano-della-sila-cs / Mariangela Guarascio

Progettista capogruppo Mariangela Guarascio
Location Spezzano della Sila (CS)
Ulteriori partecipanti
Relatore Prof.Ssa Brunella Canonaco
Co-Relatori
Università Università della Calabria
Facoltà Ingegneria edile – Architettura
Nazione Università Italia

Descrizione del progetto

Il percorso di tesi, finalizzato alla valorizzazione del complesso del Santuario di San Francesco di Paola a Spezzano della Sila (CS) in chiave turistica di sviluppo sostenibile, ha simulato le fasi metodologiche di analisi, conoscenza e approccio interdisciplinare della valorizzazione. Dal lavoro di tesi è emerso che grazie agli studi effettuati è stato possibile realizzare un progetto che ha permesso il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Tali obiettivi si ponevano come centro di realizzazione il voler fare emergere il Santuario di Spezzano della Sila (CS) come bene culturale architettonico di rilievo associato all’idea cultuale che questo già ricopre a livello regionale e nazionale. In seguito agli studi preliminari effettuati sulla storia del complesso, infatti, si è potuto pensare a quali aspetti far emergere in particolare per renderlo fruibile al meglio da un punto di vista turistico che ne elevasse la valenza architettonica. La base su cui si è costruito lo studio preliminare dell’elaborato di tesi è stata l’evoluzione storica e le fonti ad essa correlate. Lo studio storico del centro urbano e, soprattutto, del Santuario ha permesso di comprendere al meglio il lessico architettonico dell’edificio evidenziandone i vari sistemi costruttivi e i materiali utilizzati per la costruzione. Tale analisi storica è propedeutica alla fase di rilievo dell’intero complesso, la quale rappresenta una parte essenziale della progettazione.
Sono state poi effettuate tutte le analisi del degrado della parte del chiostro e proposti tutti gli interventi risolutivi con i vari trattamenti previsti per il restauro.
Superata questa fase sono stati previsti gli interventi volti alla valorizzazione del complesso religioso e fondamentali per la riprogettazione del cammino di San Francesco, vero oggetto della progettazione. Il progetto, infatti, ha voluto coniugare insieme gli aspetti legati alla storia e alla tradizione riportandoli in luce con valenza anche artistica e simbolica. Ciò è stato possibile grazie alla progettazione di un nuovo cammino che rende partecipe tutta la cittadina di Spezzano della Sila e anche i visitatori occasionali, rivalutandone anche il contesto urbano del centro storico oltre che l’area a ridosso del santuario stesso.
Lo scopo di tale progetto è stato quello di voler incentivare il turismo calabro legato sia alla religione che alle architetture e beni culturali tutti, presenti nella regione. Oltre all’aspetto prettamente visivo legato all’immagine si è tenuto conto anche di quello sociale e antropologico che mira ad inglobare sia gli abitanti che i turisti nel nuovo immaginario dato a tutto il complesso. Questo è stato possibile anche grazie alle attività culturali che sono state previste sia lungo il percorso che nell’area adiacente al complesso cultuale. Le attività riguardano ambiti artistici, teatrali e pratici, come le mostre temporanee, gli spettacoli teatrali e la coltivazione degli orti pubblici. Aspetti ampiamente trattati ed esplicati nei capitoli dedicati. In conclusione, sono stati rispettati gli obiettivi prefissati e concordati con i sei punti cardine iniziali: Turismo, Religione, Cultura, Pellegrinaggio, Intrattenimento, Territorialità. I concetti sono stati inglobati in ogni proposta progettuale.

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progetto-di-una-chiesa-ortodossa-per-la-comunita-romena-di-milano / Eduart SEMBUKUTTIGE DE SILVA

Progettista capogruppo Eduart SEMBUKUTTIGE DE SILVA
Location Assago-Milanofiori Nord
Ulteriori partecipanti
Relatore Prof. Carlo Berizzi
Co-Relatori
Università Università di Pavia
Facoltà Facoltà di Ingegneria
Nazione Università Italia

Descrizione del progetto

Negli eleborati proposti è illustrato il progetto di una chiesa ortodossa con un centro culturale e spirituale per la comunità romena di Milano.
Il complesso religioso consiste in un alto basamento in cemento armato, con una terrazza su cui poggia la chiesa stessa, nel quale sono inglobati un auditorium sotto alla chiesa, delle gallerie espositive, una casa parrocchiale e dei parcheggi coperti che integrano quelli già esistenti delle strutture circostanti, con un particolare sistema di collegamenti verticali formati da rampe integrate in imponenti scalinate con carattere monumentale.
Lo spazio liturgico della chiesa, con una superficie di circa 1400mq, riprende lo schema delle chiese a pianta centrale rinascimentali ed è composto dal naos, in cui si raduna l’assemblea di fedeli nella parte centrale dell’edificio, attorniato dall’altare a est, dalla zona della prothesis (offertorio) adiacente all’altare a nord, dal diaconicon (sagrestia) adiacente all’altare a sud, dai due cori settentrionale e meridionale, e dall’ingresso principale sul lato occidentale, con due spazi di pertinenza adiacenti (pronao), in cui possono trovare una sistemazione i reliquiari.
L’altare, leggermente sopraelevato rispetto agli altri spazi della chiesa, è collegato al naos nel cuore dell’edificio attraverso le due porte diaconali (settentrionale e meridionale) e la Porta Santa in mezzo all’iconostasi, ovvero la parete che nasconde alla vista dei fedeli lo spazio più sacro dell’edificio, composta da una serie di icone raffiguranti in modo sintetico ma conciso tutta la storia della Chiesa e soprattutto il Sacramento dell’Eucaristia, che viene celebrato all’interno dell’altare durante la divina liturgia.
A completamento degli spazi esterni, oltre al verde pensile è stata proposta una replica del complesso scultoreo di Constantin Brâncuşi a Târgu Jiu, uno dei simboli più rappresentativi della Romania, attribuendo a ciascun elemento che lo compone una propria funzione simbolica e pratica.

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